Ci avevo pensato già qualche giorno fa, ma mi sembrava assurdo palare di biocaminetti quando fuori erano 30° all’ombra. Ecco appunto, “erano”. Ieri se guardavo fuori dalla finestra vedevo i pinguini farmi ciao, e non mi sembra più così assurdo. Anzi, se avessi avuto un biocaminetto in camera quasi l’avrei acceso.
Fino al 17 aprile scorso non sapevo nemmeno che esistessero, ma quando camminando per Via Tortona in una giornata d’interminabile pioggia, ho visto in una vetrina i biocaminetti Tulip di Biò Fireplace la curiosità (e lo ammetto anche la voglia di scaldarmi un pò) mi ha spinto ad entrare.
Da quel giorno ho deciso: avrò un biocaminetto a casa mia.
Ci possono essere svariati motivi per scegliere un caminetto alimentato a bioetanolo piuttosto che uno tradizionale:
- se siete in affitto;
- se la casa già l’avete e non c’è una predisposizione per il camino non si renderà necessaria alcuna opera muraria;
- se avete già un camino tradizionale e amate quel tipo di calore, ben diverso da quello prodotto da un “freddo” termosifone, allora apprezzerete il vantaggio di poter avere un altro “caminetto” magari per la vostra camera da letto;
- se doveste trasferirvi, il biocaminetto potrà venire con voi nella nuova casa;
- se, come me, amate molto stare vicino al fuoco del caminetto ma l’idea di dover sistemare la legna sul braciere con il rischio di scottarvi vi attira pochissimo, senza parlare della costanza con cui bisogna badare a un caminetto acceso, alimentando spesso la combustione;
- se non avete spazio da sacrificare per lo stoccaggio del combustibile tradizionale (legna, pellet); i nuovi caminetti Biò Fireplace hanno una capacità di 2,6lt per una durata di 5/8 ore in base all’intensità di regolazione;
- se siete attenti all’ecologia: il bioetanolo infatti è un combustibile derivato da fonti rinnovabili;
Altri vantaggi sono la velocità e facilità d’installazione, i modelli da terra basta appoggiarli!
Inoltre non producono fumo nè cenere, pulirli è semplicissimo.
Ovviamente, come per tutte le cose, bisogna fare una valutazione completa a 360°, cercando di prendere in considerazione tutto, e soprattutto documentarsi il più possibile, non fermandosi solo gli aspetti positivi pubblicizzati dai produttori di bio-caminetti.
Per questo motivo vi segnalo una discussione ospitata nel blog Scienziato Preoccupato dal titolo Bio caminetti o Bio bufale.
Al di là del breve post, le informazioni davvero rilevanti e interessanti si traggono dai commenti al succitato articolo, molto numerosi e che coprono un arco temporale abbastanza ampio da consentire una visione d’insieme, si va infatti da fine 2008 all’ultimo commento datato 14 maggio 2010.
Io li ho letti un pò qua e là, e mi sono fatta questa idea di sintesi dei cosiddetti biocaminetti:
–non sono sistemi di riscaldamento autonomi, nel senso che non possono essere l’unica o la principale fonte di riscaldamento; Se però ne installate uno in sala, sarà piacevole tenerlo acceso qualche ora la sera o quando si hanno ospiti, e potrebbe essere sufficiente a riscaldare un pò l’ambiente quando la stagione è già troppo avanti per riaccendere i termosifoni ma magari capita quella giornatina fredda in cui alla sera un pò di calore non dispiace;
–non sono adatti ad ambienti eccessivamente piccoli, e comunque senza un’adeguata areazione; perciò se lo mettete in cucina sicuramente ci saranno le due prese d’aria (alta e bassa) obbligatorie, in qualunque altra stanza mi sembra di capire che sia opportuno quantomeno lasciare la porta aperta sugli altri locali, e comunque provvedere sempre giornalmente a un’accurata areazione della casa. Quest’ultima tuttavia mi sembra una pratica talmente normale per la salubrità dell’ambiente, che non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo!
Se però cercate un complemento d’arredo di fascino, in aggiunta al sistema di riscaldamento principale che avete in casa, allora vanno benissimo 😉